mercoledì 13 novembre 2013

In bici lungo la CICLOVIA DEL PO, dal Monviso all'Adriatico

di Matteo Antonicelli

In estate un gruppo di sei amici del CAI di Ivrea e della Giovane Montagna di Ivrea (Franco Angelini, Matteo Antonicelli, Beppe De Lucia, Renzo Motto Ros, Massimo Sartorio e Marina Scala), amanti della montagna e appassionati di escursionismo e di ciaspole oltre che di cicloescursionismo, ha percorso in mountain bike la CICLOVIA DEL PO, sponda sinistra idrografica, da Pian del Re, ai piedi del Monviso all’Adriatico - foce di Porto Tolle e poi si è spinto fino a Venezia. 

(Punto di partenza al Pian del Re. Sorgente del Po e scherzoso battesimo della “borraccia” con l’acqua della sorgente)

Ci sono volute nove tappe, dalla sorgente alla foce, a cui si sono aggiunte altre due tappe per raggiungere Venezia, per un totale di oltre 1000 km. Sono stati percorsi circa duecento chilometri in più rispetto al percorso di riferimento, poiché in tutte le tappe sono state inserite alcune variazioni per visitare le città lungo il fiume o a poca distanza da esso, come Torino (da tutti conosciuta, ma questa volta vista con occhi diversi e da un piano stradale differente rispetto al consueto), Pavia, Piacenza, Cremona, Mantova e Ferrara, o paesi e cittadine come Crissolo, Paesana, Chivasso, Crescentino, Trino, Casale Monferrato, Breme, Viadana e Ostiglia. 

(Il gruppo al completo a Cremona, da sinistra: Massimo, Beppe, Matteo, Franco, Renzo e Marina)  

Ammirevoli anche, tra tante visite a castelli, chiese, musei e ambienti naturali, l’Abbazia di Staffarda presso Saluzzo, il “Parco della Partecipanza” a Trino, il Museo della “Civiltà Risicola” nel nucleo di Pobietto a Morano sul Po e una visita, all’alba, all’incantevole punto terminale Finis Terrae della confluenza dell’Adda con il Po a Castelnuovo Bocca d’Adda. 

(Visita al Museo della Civiltà Risicola a Pobietto di Morano sul Po)

Il tracciato di riferimento rientra nel “Progetto VenTo, Venezia-Torino” che è in evoluzione e che si pone come obiettivo la totale ciclabilità in sicurezza lungo tutto il fiume per collegare paesaggi, monumenti, località, paesini, cascine e città. Questo per rimediare al vuoto che esiste in Italia rispetto alla cultura della bici e per avvicinarsi al modello europeo dove le grandi ciclovie sono percorse ogni anno da milioni di cicloturisti. Per la pianificazione del percorso e per l’organizzazione logistica sono state utili le due CicloGuide sulla “Ciclovia del Po”. 

(Finis Terrae a Castelnuovo Bocca d’Adda, tra l’Adda, a sinistra, e il Po, a destra)

Il Po ha incuriosito e coinvolto tutti perché fin da piccoli questo fiume per la sua posizione, per la sua lunghezza, per l’ampiezza del suo bacino e per gli aspetti economici, sociali e storici ha interessato la fantasia e curiosità di ognuno. Perciò l’idea di percorrerlo per intero è stato come unire e dare forma a tanti piccoli ricordi. 

(Un momento di pausa prima di ritornare in sella. Ognuno indossa la maglietta realizzata per questa biciclettata)

La scelta della vacanza in bici è maturata fondamentalmente perché ognuno del gruppo ama la natura e si serve dei mezzi meno invasivi per viverla, per conoscerla, per preservarla e per valorizzarla. Questo dato è comune all’escursionismo estivo e invernale, ma la bicicletta invece, aggiunge un elemento cruciale. Con un modesto allenamento permette di percorrere distanze significative e di vivere in sintonia con qualsiasi tipo di ambiente. Non si tratta di un’impresa sportiva o di un’avventura estrema ma un modo di muoversi per scoprire itinerari turistici o naturalistici, così come avviene in tanti paesi europei dove la mobilità dolce è un fenomeno di massa. In Italia la situazione è in miglioramento e sono in allestimento altre ciclovie che attraversano il Paese e si allacciano alle grandi ciclovie europee. Inoltre l’Italia con gli infiniti punti di interesse artistico-storico e naturalistico ha le potenzialità per ampliare enormemente il cicloturismo. 

(Un pannello informativo sulla Ciclovia del Po)

Un commento comune nel gruppo è stato “a volte è difficile condividere tutto senza tensioni per così tanti giorni, basti pensare all’organizzazione delle fasi della giornata, dal tipo di progressione alla scelta di che cosa visitare, etc.., ma è stato sempre piacevole vivere in sintonia, liberi dagli obblighi della vita quotidiana: un modo di sentire che ci ha riportato un po’ indietro, alla spensieratezza dell’adolescenza”. 

(Lungo la ciclovia su uno degli argini, in Veneto)

Sia l’andata da Ivrea a Pian del Re, sia il ritorno dall’Adriatico sono stati percorsi con l’ausilio di mezzi di trasporto collettivo. In particolare, con un piccolo bus per la partenza e con il treno per il ritorno. Per chi ha interesse ad approfondire e per avere dettagli, anche riferiti alle singole tappe, può collegarsi al blog creato ad hoc per questa biciclettata http://cicloviadelpo.blogspot.it/ o scrivere all’indirizzo 4lupi@tiscali.it

(Arrivo a Pila di Porto Tolle, punto in cui il Po si immette nell’Adriatico)

Altri giri lungo itinerari classici sono tra i prossimi obiettivi, ma il gruppo aspetta con ansia il completamento del “Progetto VeLe, la ciclovia adriatica Venezia-Lecce”.

Buone pedalate a tutti.
Matteo Antonicelli



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